Essere consapevoli delle nostre emozioni, sul lavoro come nella vita di tutti i giorni, è fondamentale per il nostro benessere. Quando ti arrabbi, tendi a esplodere o a reprimere tutto dentro di te? Secondo le ultime ricerche di varie società di consulenza, tra cui Stimulus, specializzata nel campo della Salute Mentale al lavoro, se da un lato aumenta la consapevolezza emotiva, dall’altro crescono anche i disagi e i fattori di rischio che minano il nostro benessere psicofisico.

Vita e lavoro sono facce della stessa medaglia: noi. Per questo, quando parliamo di emozioni, è importante comprendere come funzioniamo per imparare a gestirle al meglio in tutte le sfere della nostra esistenza.

Qui lo facciamo con Barbara Reverberi, mentore gentile, che ha avviato una collaborazione con lo Studio Bacciolo per migliorare il clima organizzativo.

Marta Bacciolo con una cliente

Le emozioni: sensori di difesa

Le emozioni ci guidano come sensori. Mentre fuori il mondo cambia rapidamente, il nostro sistema emotivo si è formato centinaia di migliaia di anni fa. Rabbia, tristezza, disgusto, paura e gioia sono emozioni primarie e universali; ansia, senso di colpa e delusione sono considerate secondarie, e si sviluppano con l’interazione sociale. 

Può sorprendere, ma non esistono emozioni negative: tutte ci comunicano qualcosa di importante, influenzando pensieri, decisioni e parole che ci sostengono o meno nel tessere relazioni soddisfacenti con gli altri.

Riconosci. Senti. Misura.

Come primo esercizio, Barbara ci propone R.S.M. Un acronimo per ricordare come possiamo procedere sul cammino della consapevolezza per gestire sempre meglio le nostre emozioni sul lavoro come nella vita.

Riconosci

Come primo passo, ci invita a dare un nome a ciò che proviamo, perché ci aiuta a esprimerlo adeguatamente e a ridurne l’intensità.

Senti

E’ un invito a sentire e osservare le nostre reazioni fisiche per capire come la rabbia o altre emozioni si manifestano dentro di noi. Il corpo non mente e spesso ne ignoriamo i segnali.

Misura

Quanto è forte quella determinata emozione? Valutarne l’intensità ci rimanda alla possibilità di contenerla.

Ascoltiamo la rabbia? Stacca e respira

La seconda pratica consiste nel dare ascolto alla propria rabbia per riconoscerla e lasciarla fluire. Le emozioni sono energia in movimento. Quando blocchiamo questo movimento proviamo un disagio. Mettendoci in ascolto della nostra rabbia, possiamo sentirla senza farci sopraffare. Per farlo possiamo cambiare posizione, metterci di lato, come per schivare un oggetto, fare tre respiri profondi e spostare la nostra attenzione.

Gestire l’ansia

Un’altra emozione, annoverata da Paul Ekman – consultato anche per il film di animazione Inside Out – tra le secondarie, è l’ansia. Vengono così classificate perché hanno origine dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano nell’interazione sociale con l’evoluzione dell’individuo.

Per cominciare a gestire l’ansia, occorre individuarla. L’ansia ha a che fare con una tensione verso il futuro: riguarda qualcosa che ancora non è accaduta e per la quale proviamo un senso di inadeguatezza o disagio.

Il video suggerisce un metodo per interrompere lo schema che ci provoca lo stato di ansia e riprendere il controllo del nostro stato emotivo.

Semplici esercizi, strumenti che Barbara ci propone e che possono essere utilizzati senza controindicazioni per migliorare il nostro benessere. 

La chiave, tuttavia, è voler cambiare, essere disposti a fare qualcosa di nuovo e mai provato per trovare una nuova strada. Cosa sei disposto a fare che non hai mai fatto?

Se questi esercizi ti hanno offerto un nuovo spunto su cui riflettere, puoi lasciarci un commento e in ogni caso ti invitiamo a condividere questo articolo e il link alla Playlist del nostro canale YouTube, pensato per chi, come te, vuole dare una nuova direzione al proprio modo di pensare per stare bene al lavoro, come nella vita.